Abbiamo fatto cose da pazzi.  Lamberto Pignotti e la Marucelliana

Anno/Year 2019
86 pagine/pages
55 illustrazioni/illustrations.
12x19 cm.
ISBN 978-88-3384-050-5
€12.00





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Lamberto Pignotti

Abbiamo fatto cose da pazzi. Lamberto Pignotti e la Marucelliana

A cura di
Giovanna Lambroni e Lucilla Saccà

Il catalogo propone una selezione dei documenti più significativi del Fondo Pignotti, a illustrarne la varietà dei materiali ma anche la stretta connessione con le collezioni marucelliane e, in generale, con l’edi­toria fiorentina della seconda metà del secolo scorso. I manoscritti e i dattiloscritti riferibili all’attività critica di Pignotti sulla Poesia Tec­nologica e sulla Poesia Visiva sono accostati ai fascicoli delle riviste in cui videro le stampe, mentre i libri d’artista, realizzati tra il 1975 e il 1977, sono accompagnati dal loro corredo promozionale o da testimonianze documentarie della loro elaborazione. Molti sono i materiali “minori”, spesso unica testimonianza di mostre, eventi e performance del Gruppo 70. È poi proposto un excursus cronologico che ripercorre l’attività letteraria di Pignotti tra anni Cinquanta e Sessanta, fino alle soglie del Sessantotto, quando l’artista abbandona Firenze e si trasferisce a Roma, e una selezione di opere dalle serie dei Francobolli e dagli interventi sulle fotografie dei quotidiani, sperimentazioni successive ma che reca­no ancora forte il legame con queste prime esperienze fiorentine.






Lamberto Pignotti è nato a Firenze nel 1926 e dal 1968 si è trasferito a Roma, dove tutt’ora vive e lavora. A Firenze nel 1963 è tra i fondatori dello storico Gruppo 70 e partecipa a tutti gli incontri del Gruppo 63. Dagli anni Settanta ha insegnato alla Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze e poi al DAMS di Bologna, dove nel 2004 gli è stato conferito il Premio DAMS alla carriera. Tra i numerosi riconoscimenti si citano il Premio Città di Firenze, presieduto da Mario Luzi (1958), il Premio Cino Del Duca, presieduto da Eugenio Montale (1961), il Premio Nazionale Alte Ceccato (1965); nel 1987 ha vinto il Premio Acquasparta per la Critica d’Arte con il libro Figure scritture. Su certi segni delle arti e dei mass media e nello stesso anno il Premio della Cultura indetto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nel 1992 gli è stato assegnato, per la poesia, il Premio Colombiadi a Genova. Più di recente ha vinto il Premio Internazionale Capalbio (2015), l’Alessandro Tassoni honoris causa (Modena 2017) e il Premio EXTRA (Parigi 2018), al Centre Pompidou.
È stato invitato più volte alla Biennale di Venezia (edizioni del ’66, ’72, ’78, ’80, ’86 e ’93), a Documenta 5 (Kassel 1972), alla XI Quadriennale di Roma (1986). Sue opere e documentazioni si trovano al MAXXI e alla GNAM (Roma), al MART (Rovereto), al CSAC (Parma), alle Biblioteche Nazionali Centrali di Firenze e Roma, al MUSEION (Bolzano), nelle Fondazioni Morra (Napoli), Bonotto (Vicenza) e Berardelli (Brescia), nella collezione Gallerie d’Italia (Intesa San Paolo, Milano), al Centre Pompidou (Parigi) e alla Beinecke Library della Yale University (New Haven, Connecticut).