IO BEATRICE CENCI

Anno/Year 2024
142 pagine/pages
13x20 cm.
ISBN 978-88-3384-204-2
€16.80





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Nicoletta Manetti

IO, BEATRICE CENCI
Una ragazza romana

Ogni anno, la notte dell’11 settembre, sugli spalti di Castel Sant’Angelo, Beatrice Cenci torna dove fu eretto il suo patibolo, per rivivere ogni istante di quel sabato mattina dell’11 settembre del 1599, quando aveva appena ventidue anni. Il processo nei suoi confronti fu l’evento di quell’anno. Una sola fu la direzione: il vero scopo della ‘giustizia’ papale fu aggiudicarsi i beni della loro famiglia. Beatrice diventò il simbolo della ribellione: la giovane che si era fatta giustizia da sola uccidendo il padre violento con un piano farraginoso e maldestro, condannata e decapitata davanti al furore del popolo, suscitò ogni genere di sentimento: commozione, indignazione, curiosità. Chi fu davvero Beatrice Cenci? Una vittima innocente o un’assassina spietata? Una povera ragazza ribelle o una criminale? Alcuni l’hanno immaginata eroina. Non fu certo una santa, fin troppo fiera e fremente come un falco in gabbia. Era comunque una ragazza, una normale ragazza romana. Depredata della vita da chi l’aveva generata, diventata assassina, condannata a morte, profanata perfino nella tomba. Racconta ogni anno la sua vita, non riesce a trovare pace. Non perché abbia rimorso; rifarebbe ciò che ha fatto, tornerebbe a uccidere suo padre. L’odio è sopravvissuto alla morte, e così il rimpianto di non avere avuto la vita cui avrebbe avuto diritto. È per la rabbia nei confronti dell’ingiustizia che non trova pace. Perché vede che, dopo quattro secoli, se certo sono diversi i tempi, ad essere la stessa è la violenza delle passioni umane che ancora non scongiurano fosche vicende come la sua. Allora rabbrividisce e il gelo le resta dentro. È questo il vento freddo che ogni anno si alza per annunciarla, la notte dell’11 settembre.
 

Hai consolidato uno stile che permette, mentre narri un fatto complesso anche da un punto di vista psicologico, una lettura che della disgraziata vicenda ci rende partecipi. A mio avviso la particolare forza della tua scrittura sta nell’accurata documentazione storica che abilmente unisci con la parte romanzata. Devo anche dire che l’aver deciso di narrare con la voce della protagonista è stata una scelta davvero indovinata. hai consolidato uno stile che permette, mentre narri un fatto complesso anche da un punto di vista psicologico, una lettura che della disgraziata vicenda ci rende partecipi. A mio avviso la particolare forza della tua scrittura sta nell’accurata documentazione storica che abilmente unisci con la parte romanzata. Devo anche dire che l’aver deciso di narrare con la voce della protagonista è stata una scelta davvero indovinata. le che permette, mentre narri un fatto complesso anche da un punto di vista psicologico, una lettura che della disgraziata vicenda ci rende partecipi. A mio avviso la particolare forza della tua scrittura sta nell’accurata documentazione storica che abilmente unisci con la parte romanzata. Devo anche dire che l’aver deciso di narrare con la voce della protagonista è stata una scelta davvero indovinata.
hai consolidato uno stile che permette, mentre narri un fatto complesso anche da un punto di vista psicologico, una lettura che della disgraziata vicenda ci rende partecipi. A mio avviso la particolare forza della tua scrittura sta nell’accurata documentazione storica che abilmente unisci con la parte romanzata. Devo anche dire che l’aver deciso di narrare con la voce della protagonista è stata una scelta davvero indovinata.
nt’Angelo
Eccomi sugli spalti di Castel Sant’Angelo, come ogni notte dell’11 settembre, da più di quattrocentoventi anni.
Mi preannuncia un vento freddo, inaspettato nelle sere ancora estive. È il gelo che in eterno mi accompagna.
Ancora non trovo pace, e torno a raccontare la mia storia.
Purtroppo io non fui una qualunque ragazza romana.

Lo scrittore Sauro Bartolozzi commenta:
... hai consolidato uno stile che permette, mentre narri un fatto complesso anche da un punto di vista psicologico, una lettura che della disgraziata vicenda ci rende partecipi. A mio avviso la particolare forza della tua scrittura sta nell’accurata documentazione storica che abilmente unisci con la parte romanzata. Devo anche dire che l’aver deciso di narrare con la voce della protagonista è stata una scelta davvero indovinata.






Nicoletta Manetti dopo aver svolto per ventisette anni la professione di avvocato, si è dedicata totalmente alla scrittura. Oltre a pubblicazioni in antologie (come La scia nera a cura di Marco Vichi per TEA); ha curato l’antologia Le sconfinate - da Antigone ad Amy Winehouse (Carmignani, 2022) e Le immaginate (Il Foglio Letterario, 2023). Ha pubblicato articoli in varie riviste tra cui “L’Area di Broca” a cura di Mariella Bettarini, la rivista on-line “La Recherche”, sul sito www.poetipoesia.com, “Toscana Nuova” e l’“Antologia Vieusseux” di Firenze. Con l’editore Angelo Pontecorboli ha pubblicato: Anja e Dostoevskij a Firenze nel 2022, D.H. Lawrence e Frieda a Firenze - L’amante di Lady Chatterley nel 2023 e Gertrude Stein e Alice B. Toklas a Firenze nel 2024. La biografia Mamma Ada, nel 2024, per il “Mama Ada Center” in India. Il romanzo storico Io, Beatrice Cenci - una ragazza romana, 2024, è tra i vincitori del premio Città di Firenze 2024. Nel 2025 ha pubblicato Hans Christian Andersen a Firenze.