Firenze e i suoi gelsomini

Anno/Year
112 pagine/pages
34 illustrazioni/illustrations.
12x19 cm.
ISBN 9788833841960
€13.80





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Giovanna Zipoli

Firenze e i suoi gelsomini
Il loro valore nella storia e nella vita della città

La città di Firenze sembra aver apprezzato da sempre le qualità dei gelsomini, al di là ed oltre il loro “ameno e suave” odore, a giudicare dalla documentazione in nostro possesso. Dobbiamo essere anche particolarmente riconoscenti alla passione di Cosimo III de’ Medici e alla “secreta” ricetta della cioccolata medicea, realizzata con questi fiori se essi, già valorizzati per molti usi e soprattutto nelle manifatture fiorentine, divennero così famosi in tutta Europa. Furono infatti per un lungo periodo ineguagliabili, proprio questi “fiorellini”, così piccoli ed effimeri, ma capaci di sprigionare un potente e perdurante aroma che li rese ricercati protagonisti.
Nel libro si indaga in modo interdisciplinare con una prima focalizzazione sul ruolo dei fiori, della loro importanza nella vita della città fiorentina.

“Tutti nella decrepità in guisa siamo fiori, che siamo sopra a un bel gelsomino fiorito”.
Queste parole dello studioso Agostino Del Riccio descrivono meglio di altre lo stato effimero a cui per loro natura sono sottoposti i gelsomini che nello splendore della fioritura e nella piena profumazione sono uguagliati da pochi altri. Per un lungo periodo i gelsomini furono valorizzati in molti modi. L’osmosi del profumo di questi fiori con qualunque altra materia era tale che era già stata evidenziata fin dai primi anni del Seicento.
Una vera infatuazione, un vero amore per i gelsomini e per le loro crescenti varietà si diffuse nella città fiorentina che ne aveva i suoi giardini “ripieni” e li utilizzava a piene mani anche nelle attività produttive. Con il profumo di questi fiori si ottenevano pregiate acque odorose, un ricercatissimo olio, pomate, manteche per i guanti. La loro presenza nelle preparazioni gastronomiche fu costante per secoli e i trattati di ambito fiorentino lo confermano.
Naturalmente il famoso “Mugherino del Granduca” Cosimo III ha avuto tutto lo spazio che si meritava, vista l’attenzione dei contemporanei nei suoi confronti: per osmosi, con il contatto ripetuto dei fiori col cacao, nel granducato di Toscana si realizzava una cioccolata unica.
Questo studio è solo il primo, organico contributo per la conoscenza e la valorizzazione del ruolo di questi fiori nella città fiorentina






Giovanna Zipoli. Nata a Sesto Fiorentino, dove risiede. Laureata in materie letterarie presso l’Università di Firenze, ha continuato gli studi alla Scuola di Perfezionamento presso il Dipartimento di Storia di Firenze. Ha insegnato a lungo. Dopo un periodo di attività di scavo e di studio delle produzioni ceramiche col prof. Guido Vannini, si è occupata di storia dell’alimentazione e di medicina antica in Italia, nel bacino del Mediterraneo e in Europa. Ha dato vita nel 2005 all’Associazione culturale “Arti a tavola-Cultura del convivio” di cui è Presidente. Ha collaborato col Comune di Vaiano (PO), con privati, Enti e Associazioni. è autrice di tre libri: il primo libro, Siamo alle frutte, pubblicato dall’Associazione “Arti a tavola” nel 2011, il secondo, una raccolta di ricette medievali e rinascimentali (in gran parte inedite o poco conosciute), Il convivio dei Signori, ed. Clinamen, 2015 e il terzo, Il medico fiorentino Bernardo Torni (1452-1497) e gli usi alimentari nella Firenze dei Medici, Pontecorboli Editore, Firenze 2020. Attualmente continua le ricerche e collabora con il CSMBR-Pisa in “Forma fluens. Histories of the Microcosm”.