Vincenzo Giannetti
Stefano Giannetti

L’Oltrarno di Firenze
La storia, gli avvenimenti e i personaggi

 Occorre visitarlo a piedi l’Oltrarno per poterlo godere pienamente e scoprirne gli angoli più caratteristici. Percorrendo quelle strette vie sembra di percepire suoni ed immagini che riecheggiano il passato, allorché si aprono inaspettati spazi e piccole piazze che sembrano perfette e pronte a servire da fondali di teatro. E’ nei vicoli che si aprono le botteghe dove gli artigiani cesellano, restaurano e creano oggetti, in un silenzio quasi religioso, adoperando gli stessi strumenti di tanti secoli addietro. S
ugli angoli delle case poi, si leggono targhe che hanno nomi antichi e curiosi, come via del Leone, via del Drago d’Oro e via dei Sapiti. Questo Oltrarno è certamente l’espressione più viva ed autentica di Firenze perché ha conservato nei secoli l’identità e le tradizioni; ogni quartiere ha le sue caratteristiche: S. Frediano, per esempio, è considerato il quartiere del popolo, artigiano e “ciompo”, ricordando che con questo nome venivano chiamati nel Trecento i cardatori di lana ed anche i fomentatori di “moti di piazza”.
Quella gente del passato non c’è più ma sembra che abbiano lasciato il loro spirito “ciompo” agli odierni artigiani. Il Quartiere di S. Spirito, invece, sorto all’ombra della grande chiesa del Brunelleschi, assurge a “quartiere nobile”, pur essendo ricco di negozi e botteghe artigiane.
C’è solo una via, ampia ed aristocratica, nel quartiere: la via Maggio, degna continuazione della via Tornabuoni. Via Maggio è un vero salotto, ricco e splendente di vetrine e negozi di antiquariato. Ma d’intorno a questa illustre via ci sono ancora vicoli angusti in cui lavorano doratori, intagliatori, corniciai, argentieri; una grandiosa fucina dove si perpetua l’antica arte artigiana di Firenze.
Se poi, da S. Spirito, per Borgo S. Jacopo e la via de’ Bardi, si va verso i fondacci di San Niccolò, l’aspetto dell’Oltrarno cambia e si fa decisamente nobile. Tante visioni, tanti personaggi sono presenti nelle pagine di questo libro. Ma in esse non è la nostalgia la nota che vi risuona ma piuttosto l’invito rivolto al lettore, a visitare e a riscoprire quel gioiello d’arte che è l’“altra Firenze”.






Vincenzo Giannetti, ha collaborato quale architetto, con i più quotato studi professinali partecipando alle realizzazioni di opere di interesse pubblico e nel 1962 agli studi e alla stesura degli elaborati del Piano Regolatore di Firenze. nel 1960 ridisegnava i costumi del Corteo del Calcio Storico fiorentino e nell'anno 2000 allestiva una grande mostra storico-urbanistica della città di firenze nella Pinacoteca della certosa del galluzzo.

Appassionato della stiria fiorentina ha pubblicato i seguenti libri: Firenze attraverso i secoli, S. Frediano, antico borgo di Firenze (in coll. con R. vedovato), Firenze e le sue colline, A vita nuova, Quando Firenze era il salotto di Mussolini (in coll. con L. Artusi).


Stefano Giannetti, sudioso delle antiche civiltà, fervente appassionato alla storia fiorentina, interessato alle più varie forme di collezionismo ha contribuito con motivi e suggerimenti, e soprattutto con l'apporto di antiche stampe, ad arricchire il testo e l'apparato iconografico della pubblicazione.