Jung e larchetipo della Grande Madre

Anno/Year 2018
86 pagine/pages
47 illustrazioni/illustrations.
12x19 cm.
ISBN 978-88-99695-99-6
€10.00





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Natura, femminino e antiche culture mediterranee
Breve storia antropologica sulle origini della medicina
I sette peccati capitali
Cupole nel tempo e nello spazio
La gola
Lussuria
Invidia
Altre pubblicazioni di Irene Battaglini
I sette peccati capitali
La gola
Lussuria
Invidia

Vinicio Serino
Irene Battaglini

Jung e l’archetipo della Grande Madre
Viaggio antropologico e psicodinamico nella dimensione dell’Eterno Femminino

 Questo lavoro, realizzato attraverso una sperimentata collaborazione tra antropologia e psicoanalisi, ripercorre, con l’intento di verificarne la fondatezza, la teoria junghiana dell’archetipo, le immagini primordiali che, ab immemorabili tempore, accompagnano il lungo cammino dell’Uomo. Immagini “forti”, non raccolte dall’esperienza personale, ma sedimentate in quel contenitore universale di simboli onirici, di visioni mistiche, di elaborazioni mitiche che Jung chiama inconscio collettivo. Tra queste forme, che vanno a comporre “la struttura individuale innata … della psiche”, spicca quella della Grande Madre, figura “forte”, declinabile in tante, diverse forme: madre e nonna personali; matrigna o suocera; o qualunque donna con la quale esista o è esistito un rapporto, come la bambinaia, la nutrice, la Dama Bianca di tante leggende … In un senso più elevato, rientra in questo (potente) archetipo la Dea, la Madre di Dio, la Vergine, nelle sue infinite espressioni che comprendono Artemide, Core, la Madonna dei Cristiani et alia. Una rappresentazione straordinariamente carica di fascino e, al tempo stesso, un modo nuovo di “leggere”la condizione umana: e, soprattutto, di intendere la nostra mente che, all’origine, non è tabula rasa, ma una dimensione pregna di immagini innate e significanti, in grado di influenzare l’agire quotidiano.

L’archetipo della Grande Madre è paragonabile ad un atanor, il forno nel quale gli antichi alchimisti, filosofi del solve et coagula,“cuocevano” i loro metalli con l’intento di trasformare il vile piombo in puro e luccicante oro, oro spirituale. Il fuoco che alimenta quel forno fa levitare innumerevoli scintille dalla oscura, inaccessibile dimora nella quale si aggira la Grande Madre indirizzando, discretamente ma inflessibilmente, la vita dell’Uomo. Che, tuttavia, ignora quali pensieri vivono in lei e neppure conosce colore o forma dei suoi tratti profondi e, tanto meno, dei suoi sogni. Eppure è lei che sta al di là dell’origine, che agisce, discreta ma inflessibile, nella voragine di Khaos, tra i flutti infiniti di Okeanos, le acque primordiali da cui è nata la vita. “… guardami / io non sono una donna divisa / io sono la continuità / del cielo azzurro / sono la gola / delle montagne / un vento notturno / che brucia / ad ogni suo respiro”.






Vinicio Serino, antropologo, socio della Società Italiana di Antropologia ed Etnologia, dall’anno accademico 1992-1993 insegna discipline appartenenti all’area delle scienze umane e sociali presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Siena. è docente di antropologia presso la Scuola di Psicoterapia Erich Fromm di Prato, Scuola abilitata dal M.I.U.R. alla istituzione di corsi di specializzazione in psicoterapia. Nel corso degli anni accademici 2017-2018 e 2018-2019, ha tenuto corsi di “Antropologia delle forme simboliche” presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.
Dall’anno 2008 programma ed organizza corsi di formazione professionale per conto delle aziende sanitarie della Toscana su tematiche socio-antropologiche relative al rapporto Uomo/salute. è autore di oltre ottanta pubblicazioni a stampa. Conduce attività di analisi, studio e ricerca intorno al rapporto Uomo, corpo, salute; alle diverse funzioni cognitive umane, e segnatamente alle capacità intuitive; ai meccanismi, culturali e neuro-biologici che presiedono alla formazione simbolica. è stato Vice Presidente della Fondazione Sistema Toscana, ente di comunicazione multimediale integrata per la promozione e lo sviluppo del territorio toscano.

 


Irene Battaglini (1969), pittrice, saggista e docente di Psicologia dell’arte, è direttore della Scuola di Psicoterapia Erich Fromm di Prato riconosciuta dal Miur, di cui è socio fondatore e coordinatore e dove insegna Psicologia dell’Arte; Arte e Psicoanalisi; Il linguaggio immaginale e il linguaggio onirico; Epochè, la sospensione del giudizio nel colloquio psicodinamico. è docente di Antropologia e Psicoanalisi con V. Serino e di Letteratura e Psicoanalisi con A. Galgano. È chairman dell’Italian Branch della World Association for Dynamic Psychiatry (WADP) e ha coordinato il 17° Congresso Mondiale di Psichiatria Dinamica di WADP (Firenze 2017). È fondatore e direttore di «Frontiera_di_pagine_magazine_on_line». è membro del comitato scientifico della collana “L’immaginale” per Aracne, per la quale ha pubblicato assieme a A. Galgano i due volumi Frontiera di Pagine (2013, 2017) e Il Corpo-Sudario. Psicologia della transizione dalla tela alla performance nell’arte contemporanea (2015). Ha curato nel 2012 per Aracne, Psicodinamica del Sé e delle Relazioni Interpersonali. Personali di pittura: Re-visioni (2003), Ri-generazioni (2007), con A. Galgano Radici di Fiume (2013) e Downtown (2015).